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lunedì 23 maggio 2011

L’ADHD ( Definizione )

L’ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è un disturbo presente in circa l’1% della popolazione infantile, ha una causa neurobiologica e si caratterizza per la presenza di disattenzione, iperattività ed impulsività, che compromettono un regolare sviluppo in tutti i contesti di vita del bambino. Spicca il ruolo dei contesti educativi, in cui il bambino apprende le regole sociali utili per relazionarsi e sviluppa le capacità per risolvere problemi. In questi ambienti i sintomi dell’ ADHD assumono maggiore visibilità, perciò la relazione tra scuola e famiglia è molto importante per la diagnosi, poiché stabilire se un bambino è affetto da ADHD è un procedimento complesso, che richiede un’osservazione prolungata.    

  I bambini con ADHD si distraggono facilmente, non hanno cura per i dettagli e non riescono a pianificare le azioni. Si è ipotizzata la presenza di un particolare deficit di auto-regolazione, anziché di un deficit attentivo per spiegare le molte difficoltà scolastiche e sociali dei bambini con ADHD "Il concetto di auto-regolazione ha infatti una portata ben più ampia rispetto a quello di attenzione, poiché comprende sia le stesse variabili legate ai processi attentivi, sia altre connesse ai processi di problem solving e alla motivazione"        Questi bambini hanno forte avversione per le attività che richiedo no attenzione protratta nel tempo, interrompono spesso compiti in corso di svolgimento, non sanno autogestirsi in nessun ambito e difficilmente sono motivati ed interessati. A tal proposito, è opportuno precisare che i compiti per i quali i soggetti con ADHD sembrano essere motivati sono quelli che non richiedono molto sforzo cognitivo, come guardare la TV o giocare ai video giochi, mettendo in evidenza che l’inadeguatezza delle strategie cognitive è un fattore più importante della motivazione.

6 commenti:

  1. Il più delle volte i disturbi dei bambini sono visibili a scuola perchè incontrano difficoltà che non riescono a superare.

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  2. Raffaella; Si come ho lavorato con i bambini per 5 anni nella scuola,con i bambini con disabilità e ho avuto i casi diversi dei bambini (studenti), e anche con ADHD, questi bambini, hanno problemi di attenzione e iperattività, ma non ci permetterebbe mai dire che non possono avere il risultato in scuola, cioè, hanno bisogno di offrire miglior condizioni a scuola.
    E vero che i disturbi maggior parte sono visibili, ma l'abilita di ognuno bambini sono diversi, è molto importante per un insegnante, scoprire i loro talenti.
    Non dobbiamo cercare dagli allievi quelli che non possono fare, dovrebbe imparare le cose, che loro possono accettare.....!

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  3. Dovremmo avvicinarci noi ai loro bisogni

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  4. Penso che in questi casi sia importante l'approccio insegnante/allievo e anche l'educazione che viene data a questi ultimi. Solitamente i bambini davanti a un soggetto iperattivo tendono a distaccarsi perchè influenzati dai genitori....l'inserimento non avverrà mai di questo passo,bisognerebbe cambiare principalmente le nostre menti....

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  5. l'insegnante ha un ruolo fondamentale perchè deve utilizzare tutte le strategie a sua disposizione per far emergere il talento che c'è in ogni bambino....

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  6. La mia tesi di laurea è rivolta al suddetto disturbo!!!questi bambini nonostante le loro difficoltà di autoregolazione cognitiva, sono dei bambini con buone capacità intellettive, sarebbe opportuno attivare delle tecniche cognitive comportamenti ,,,insegnando loro a rimanere più a lungo concentrati ecc. per poter favorire l'inserimento scolastico e la loro capacità di problem solving!!

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